Per chiunque la grande sfida moderna riguarda i prodotti manuali e quelli elettrici. Un po’ come nella fotografia, che vede al suo interno l’eterna battaglia fra analogico e digitale, la diatriba fra elettrodomestici manuali ed elettrici è sempre viva e sempre più presente.
Molte persone si stanno avvicinando al mondo dei cocktail, delle bevande, dei gelati e delle granite: queste persone solitamente cercano prodotti come le macchine del ghiaccio, accessori fondamentali nella produzione di bevande e cocktail appunto, ma anche i tritaghiaccio si rivelano sempre più fondamentali e altrettanti richiesti.
In questa specifica guida risolveremo i dubbi sui modelli manuali, cercheremo di delinearne le caratteristiche e i loro utilizzi, in modo che il lettore possa capire se fanno o meno al caso suo.
Manuale o elettrico: quali differenze?
Prima di andare a parlare dei dettagli, è necessario fare una piccola panoramica riguardo le differenze tra i tritaghiaccio manuali e quelli elettrici. Al di là del mero funzionamento e le sue modalità, di cui parleremo nel prossimo capitolo, qui ci interessa guardare alle differenze pratiche tra questi prodotti.
Un’altra differenza importante riguarda i consumi e lo sforzo. Nel primo caso, è chiaro che un modello elettrico abbia dei consumi maggiori rispetto a uno manuale, che non ha di fatto alcun consumo. Il consumo dei modelli elettrici varia, ovviamente, a seconda della potenza del motore al loro interno. Riguardo lo sforzo, è chiaro che i modelli elettrici non presuppongono nessuna fatica da parte dell’utente: basterà schiacciare il pulsante “on” o “start”.
Infine il costo, che per i modelli elettrici può essere anche molto alto (si va dai 100 euro fino a superare anche i 300 euro), mentre per i modelli manuali è decisamente contenuto (dai 30 – 40 euro fino ai 100 euro massimo).
Tritaghiaccio manuale: come funziona?
Può essere un’ovvietà ma è bene spiegare il modo in cui funzionano i tritaghiaccio manuali. Se i modelli elettrici hanno un motore e una presa che va attaccata alla corrente, quelli manuali si servono di una semplice manovella (o manopola, a seconda della tipologia di prodotto).
Per quel che riguarda la manutenzione, non c’è granché da fare: basterà smontare il tritaghiaccio e cercare di tirar fuori quanto più ghiaccio rimasto possibile, sciacquarlo e pulirlo velocemente. Il gioco è fatto: tutto sarà semplice e veloce.
Quali utilizzi può avere? Consigli per l’acquisto
Veniamo alla parte forse più interessante, che riguarda tutti i possibili utilizzi e i consigli sugli utenti a cui potrebbe davvero servire un modello di tritaghiaccio manuale. Dovete rispondere a determinate domande riguardo le vostre necessità: quanto lo userò? A cosa mi serve? Quanto voglio spendere?
La produttività, poi, è parecchio bassa rispetto ai modelli elettrici e semi manuali. Se un tritaghiaccio elettrico può produrre una grande o grandissima quantità di ghiaccio tritato, lo stesso non si può dire di un tritaghiaccio manuale. È per questo che si consiglia l’acquisto di un prodotto di questo tipo ad utenti che non lo utilizzano spesso o con grande frequenza, che magari vogliono fare una granita ogni tanto, servire qualche cocktail più particolare, ma niente di più.
Ciò non significa che siano prodotti non all’altezza delle aspettative: i tritaghiaccio manuali sono i modelli col miglior rapporto qualità prezzo, forniti di ottime lame e di una buonissima duttilità, senza contare la comodità di poterli sempre portare con sé.
Quali funzioni? Come viene tritato il ghiaccio?
Da questo punto di vista, chiaramente, un tritaghiaccio manuale non può servirsi di accessori particolari e tipici dei modelli elettrici. Se questi ultimi sono dotati di lame in più e molto altro, i modelli manuali contano solo sulla forza dell’utente.
Se metterete molta forza, il ghiaccio verrà tritato molto finemente e potrà essere utilizzato per cocktail specifici e come guarnizione per i vostri piatti (soprattutto di pesce). Se, invece, cercherete di tritare il ghiaccio in maniera più grossolana, magari cercando una forma più adatta ai long drink, ai tè e quant’altro, allora dovrete usare minor forza. Insomma, dipende tutto da voi e dal piatto (o dalla bevanda) che volete portare in tavola.